Mia mamma vive in un paesino di montagna abbastanza sperduto e quindi con difficoltà ad avere un prete anche a mezzo servizio: Don Meo, l’ultimo parroco, è ormai messo davvero male e non ce la fa più da qualche anno. Nelle ultime due estati è così arrivato un giovane prete etiope, don Speranza (il suo nome in tigrino è Tesfa, che appunto significa “speranza”), che se non ho capito male stava studiando in Italia. L’anno scorso non spiccicava quasi una parola in italiano, quest’estate andava un po’ meglio, a parte gli “angéli” :-)
Stamattina, al telefono, mia mamma mi fa “ti ho detto di don Speranza?” e alla mia risposta negativa mi racconta che era tornato in patria ma pare che ci sia una repressione da parte del regime locale e quindi gli hanno suggerito di scappare: è prima andato in Germania da alcuni parenti, e adesso dovrebbe essere ospitato dal parroco giù a metà della valle dove vive mia mamma. In effetti ho fatto una ricerca e ho trovato questo articolo di ottobre che parrebbe confermare la storia. Mi chiedo solo come mai non se ne sia sentito parlare…
Ultimo aggiornamento: 2022-11-17 11:32
Il Gazzettino sì (qualche retaggio del vecchio “Veneto bianco” di prima dell’avvento della Liga?) https://www.ilgazzettino.it/esteri/eritrea_africa_persecuzioni_cristiani_vaticano_vescovo_arrestato_nigrizia_missionari_comboniani-6999218.html
Ma stiamo parlando di Etiopia o Eritrea?
Hai ragione, la mia ignoranza non mi fa sapere dov’è esattamente il Tigrè, anche per la guerra in corso tra Etiopia ed Eritrea…
Più che altro chiedevo perché tu parlavi di prete etiope e poi l’articolo linkato parlava di preti eritrei.
Il Tigrè è in Etiopia, come hai giustamente scritto.
il prete parla come prima lingua tigrino, di questo ne sono certo. Sul fatto che sia etiope o eritreo non ho la certezza, perché me lo deve aver detto un anno e mezzo fa in un italiano molto, molto stentato.
(lo si vede nella foto qui: https://www.facebook.com/groups/509298922859527/posts/1527707967685279/ )
Mia mamma ha passato i primi 5 anni della sua vita in Africa ad Asmara e Adì Ugri ai tempi delle colonie (tornò in Italia profuga con le navi bianche della Croce Rossa nel ‘42/‘43) e da piccola aveva imparato il tigrino, poi dimenticato. 50 anni e passa dopo, ascoltando alla radio o tv un quiz dove si doveva indovinare la lingua di una frase, ebbe “un’agnizione” e riconobbe la lingua e comprese il senso.
Ho sentito mia mamma e mi ha detto che don Speranza è in effetti eritreo.